Amo profondamente la pittura ed ogni forma di arte.

Il mio blog è per coloro che sanno scoprire cose nuove anche a pochi km di casa, sono curiosi della vita e credono che la felicità si possa conquistare amando le piccole cose.

domenica 13 ottobre 2019

Lorenzo LOTTO - Madonna con Bambino tra i Santi Bernardino Giuseppe Giovanni Battista Antonio Abate - Chiesa di San Bernardino in Pignolo Bergamo


Sono decine gli aggettivi con i quali la critica del Novecento ha cercato di dipingere la personalità di Lorenzo Lotto (Venezia 1480 ca - Loreto 1556): uomo schivo, solitario, malinconico, inquieto, visionario, inafferrabile e mai compreso fino in fondo dai suoi contemporanei. Lo dimenticheranno presto infatti e per più di 300 anni Lotto sarà davvero poco conosciuto, fino a quando la monografia di Bernard Berenson nel 1895 lo riporta all’attenzione degli studiosi e degli appassionati di arte.
Il suo essere ‘homo poco avventurato’  - è lui stesso che si definisce così – lo fa facilmente soccombere sotto la personalità titanica del suo ingombrante contemporaneo, Tiziano Vecellio. Tanto che a Venezia di Lotto – che a Venezia era nato intorno al 1480 – si conservano pochissime opere. Poco si sa della sua formazione, si ipotizza un contatto con la bottega di Giovanni Bellini, forse, o con Alvise Vivarini, di certo è tutta veneziana la sua straordinaria abilità nell’uso del colore. Sceglie però di lavorare in provincia, dove i ‘suoi gesti senza retorica, morbidi, confidenziali e domestici’ – le parole sono di Anna Banti - incontrano più facilmente i gusti della committenza. E si fa portavoce di un altro Rinascimento, più intimo e raccolto, lontano dal tono aulico e maestoso di Tiziano e dal classicismo di Raffaello.
Fu appunto un uomo inquieto, impossibile seguire tutti i suoi cambi di abitazione, di città, quel suo andare e venire, Treviso, Bergamo, le Marche, un anno a Roma – che non era per lui, esattamente come non lo era Venezia – poi ancora Venezia e di nuovo altre partenze ed altre case. Non ebbe mai una famiglia sua e finì i suoi giorni, amareggiato e povero a Loreto, dove si era fatto oblato nella Santa Casa.
Lorenzo Lotto , Madonna con Bambino e santi - 1521 Chiesa di San Bernardino in Pignolo, Bergamo (olio su tela) 

Di Lorenzo Lotto, che è stato uno dei più grandi ritrattisti del Cinquecento ho scelto non un ritratto, ma quest’opera che si trova nella chiesa di San Bernardino in Pignolo a Bergamo, una classica Sacra Conversazione, con la Madonna e il Bambino al centro accompagnati da Santi, perché trovo che sia indimenticabile la figura dell’Angelo scrivano. E’ come ci immaginiamo gli Angeli, con la faccia di bambino, i riccioli biondi, un filo sottile d’oro a formare una stellina sulla testa, un corpo che fa ombra e quindi ‘è’ e al tempo stesso ‘non è’, perché l’abito arancio – ora cupo, un tempo squillante – che lo ricopre sembra vestire il nulla. Magica qui la pittura di Lotto che gonfia le pieghe intorno alla cintura e al tempo stesso sembra negare la sostanza di un corpo vero al di sotto di tutta quella stoffa. Una figura leggerissima quasi inconsistente avvolta in un abito vaporoso. Perché questo è un Angelo appunto, c’è e non c’è. Un Angelo che ci guarda anche un po’ spazientito ed è anche così che ci immaginiamo gli Angeli, non certo dotati di pazienza infinita – che è solo dei Santi – ma vagamente dispettosi e pasticcioni. Come quelli che si arrabattano nel cielo per tenere teso quel drappo verde che proprio non ci vuole stare in equilibrio e cade da tutte le parti, la percepiamo benissimo la seta, pesante come il raso, che scivola silenziosa sul gradino di marmo perfettamente liscio.
Lorenzo Lotto , Madonna con Bambino e santi - 1521 Chiesa di San Bernardino in Pignolo, Bergamo (olio su tela) Particolare dell'Angelo Scrivano

E’ una Sacra Conversazione, si, che però ha il ritmo di un racconto e niente di retorico, anzi è ricca di invenzioni sorprendenti. La Madonna è seduta su un trono a gradini, uno dei quali è la scrivania improvvisata dell’Angelo. Ha un viso giovane, uno scialle annodato intorno al collo con un lungo strascico, tenta di richiamare l’attenzione di Gesù Bambino che sembra un po’ distratto e con un piccolo gesto della mano indica il registro delle preghiere squadernato di fronte all’Angelo. Gli angioletti lottano con quel baldacchino che non riesce a stare fermo, l’Angelo ci guarda e sembra interpellare proprio noi, San Giovanni parla con Sant’Antonio Abate che strizza gli occhi per vedere meglio e San Giuseppe appare stanco e pensieroso, con i piedi che si appoggiano l’uno sull’altro. Solo San Bernardino guarda estasiato la Madonna e il piccolo Gesù.
E’ una storia che si svolge sotto i nostri occhi, un piccolo eterno racconto, destinato ad un pubblico ampio e semplice (quello che quotidianamente frequentava la piccola Chiesa di San Bernardino) al quale Lotto sapeva parlare utilizzando un linguaggio facile e una sottile ironia. Il suo messaggio è semplice, ma le sue invenzioni iconografiche hanno un fascino senza tempo e la qualità di quest’opera è altissima. I colori innanzi tutto, vivaci, freddi, quasi trasparenti ed accostati con audaci contrasti: il rosso arancio della veste di Maria, il suo scialle, forse più strati di un velo leggero, che passa dal beige all’azzurro chiarissimo, il rosa del manto del Battista un po’ Tiziano un po’ quello che sarà il rosa di Velazquez, il verde cangiante della seta. E quel bordo di un meraviglioso color prugna che si intravede sotto la tonaca di Sant’Antonio, chi se non Lotto poteva accostarlo con tanta eleganza al nero?

Lorenzo Lotto , Madonna con Bambino e santi - 1521 Chiesa di San Bernardino in Pignolo, Bergamo (olio su tela) Particolare del gradino del trono
E poi ci sono i particolari, ciascuno perfetto, ciascuno una piccola storia: i boccioli di rosa e i petali rimasti sui gradini del trono, la manica scucita e sfilacciata della camicia di San Giuseppe dalla quale si intravede la fodera e la veste bianca al di sotto, la luce del tramonto vagamente rosata dietro la sua testa. E da ultimo lo sguardo interrogativo dell’Angelo che sembra aspettare da noi una parola, una supplica per completare la frase che sta scrivendo. 
Lorenzo Lotto , Madonna con Bambino e santi - 1521 Chiesa di San Bernardino in Pignolo, Bergamo (olio su tela)- Particolare San Giuseppe

Ci siamo anche noi in questa storia, perchè con lo sguardo interrogativo e diretto dell’Angelo Scrivano Lorenzo Lotto ci trasforma da spettatori a personaggi di questo racconto, dando vita ad un modernissimo gioco di inversione, in anticipo su quella che sarà una delle caratteristiche dell'arte del Seicento Barocco.