Che "La Recherche" di Marcel Proust sia un
intero mondo di immagini e suggestioni è perfino banale scriverlo. Tutti
conoscono l’ “effetto madeleine” , ormai entrato nell’immaginario collettivo
anche grazie al fatto che parlare di cibo in tutte le sue possibili
declinazioni piace e va di moda. Assaggiare quel piccolo dolcetto con una tazza
di té trasporta Proust in un mondo di ricordi che erano nascosti in un angolo
della sua coscienza. Così come è assai nota, sempre dalla Recherche, la
citazione della ‘piccola ala di muro giallo […] simile ad una preziosa opera
d’arte cinese’ a proposito della straordinaria Veduta di Delft di Vermeer.
Forse meno conosciuto è il passo
in cui Proust ricorda il particolare di un affresco dipinto da Sandro
Botticelli (Alessandro Filipepi detto Botticelli, Firenze 1445 ca. – Firenze 1510)
nella Cappella Sistina. Odette ricorda a Swann una delle due figlie di Jetro,
Sefora futura moglie di Mosé: “Lo ricevette in una veste da camera di crespo
cinese color viola, trattenendosi sul petto, come un mantello, una stoffa dai
ricchi ricami. In piedi accanto a lui, lasciando fluire lungo le gote i capelli
che aveva disciolti, piegando una gamba in un'attitudine leggermente danzante
[…] con i suoi grandi occhi così stanchi e imbronciati […] ella colpì Swann per
la sua rassomiglianza con quella figura di Sefora, la figlia di Jetro, che si
vede in un affresco della Cappella Sistina”.
Sandro Botticelli , Le Figlie di Jetro particolare da Le prove di Mosè - 1481 , 1482 Cappella Sistina, Roma Città del Vaticano (affresco) |
Con poche parole Proust ha colto
l’essenza dell’arte di Botticelli, a volte gli scrittori e i poeti riescono a
farlo meglio di chi studia arte da sempre. Grazia nelle pose e nei lineamenti,
abiti di velo leggero, attenzione ai giochi calligrafici riprodotti sulle
stoffe, occhi grandi spesso velati di malinconia.
Botticelli è un pittore complesso:
inizia a dipingere nel circolo di umanisti neoplatonici che circondano la
famiglia Medici – la Primavera non ha ancora trovato un’interpretazione
definitiva, tanto sottili ed eruditi sono i richiami alla mitologia e alla
filosofia – poi dopo il 1490 il suo stile progressivamente cambia, resta il
fascino etereo delle sue figure ma si accentua la tendenza espressionistica,
una nuova tensione spirituale percorre i suoi dipinti. La critica spiega questo
mutamento con l’influenza che la predicazione di Savonarola ebbe sull’indole
meditativa di Botticelli. Non sapremo mai se il pittore divenne un seguace del
frate, ma certo avvertì profondamente il suo rigore riformatore.
Sandro Botticelli , Le Figlie di Jetro particolare da Le prove di Mosè - 1481 , 1482 Cappella Sistina, Roma Città del Vaticano (affresco)
Ho scelto di presentare qui le
figlie di Jetro perché questa è una delle mie immagini preferite di tutta la
storia della pittura. Le trovo incantevoli. Le due figure sono tratte dall’affresco
con le Prove di Mosè dipinto da Botticelli sulle pareti della Cappella Sistina tra il 1481 e il 1482.
Migliaia di visitatori ogni anno accedono a questo santuario della pittura, mi
chiedo quanti si soffermino su queste due straordinarie figure. Troppo presi da
Michelangelo – forse – oppure talmente abbagliati dallo splendore della
Cappella che nel desiderio di vedere tutto ci si dimentica di guardare i
particolari. E allora penso sia importante metterli in evidenza questi
particolari.
Le due sorelle sono di una grazia
sublime, Sefora quella che vediamo di fronte ha gli occhi grandi e tristi, il
sorriso dolce, i capelli fluenti ornati da bacche vermiglie, un ampio scialle
ricamato sopra la veste che sembra fatta di tulle bianco. L’altra la vediamo di
spalle, possiamo ammirare la complicata pettinatura con trecce ornate di perle
rosse, ha indosso un mantello di pelo di capra e come la sorella si muove con
passo leggero. Non la vediamo in viso ma capiamo che è la più volitiva, sembra
essersi voltata di colpo ad indicare qualcosa a Sefora e la sorella si ferma
pensosa con i suoi grandi occhi grigi che fissano un punto che a noi sfugge.
Non è vuota bellezza quella di Botticelli è un’arte sottile di cui a prima
vista si coglie solo la bellezza formale ma che merita di essere studiata in
profondità perché anche in questo affresco che è ‘solo’ l’illustrazione di un
racconto biblico circola un sentimento che va oltre l’apparenza visibile.
Sandro Botticelli , Le prove di Mosè - 1481 , 1482 Cappella Sistina, Roma Città del Vaticano (affresco) |
Se Raffaello è celebrato per il
binomio ‘bellezza e armonia’, Botticelli deve essere ricordato per ‘bellezza e
grazia’ incomparabili. Le sue figure hanno un fascino distante, sono
elegantissime e preziose anche quando vestono pelli di capra. Hanno tutte
un’aria pensosa quando non decisamente malinconica.
La pittura fiorentina del
Quattrocento vede il primato del disegno sul colore, è la linea che definisce e
struttura le figure e Botticelli è un disegnatore sublime, il colore riempie
come smalto spazi già definiti dalla linea di contorno che è agile, aggraziata,
altre volte più tesa e nervosa. Azzurro e oro – chissà come luccicava quest’oro
alla luce delle candele che illuminavano la Cappella - grigio e bianco e
qualche sprazzo di rosso vermiglio sono i colori che Botticelli ha scelto per
le figlie di Jetro che sono inserite di fronte ad un piccolo boschetto, ma a Botticelli
non interessava il paesaggio, né gli sfondi architettonici in prospettiva, il
centro del suo mondo pittorico è la figura umana.
Bel post, concordo con te, le due sorelle sono di una grazia sublime.
RispondiEliminaBuona domenica.
Grazie Giancarlo, buona domenica anche a te!
EliminaCiao.