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domenica 10 novembre 2019

Sandro BOTTICELLI - Le figlie di Jetro - Cappella Sistina - Roma Città del Vaticano


Che "La Recherche" di Marcel Proust sia un intero mondo di immagini e suggestioni è perfino banale scriverlo. Tutti conoscono l’ “effetto madeleine” , ormai entrato nell’immaginario collettivo anche grazie al fatto che parlare di cibo in tutte le sue possibili declinazioni piace e va di moda. Assaggiare quel piccolo dolcetto con una tazza di té trasporta Proust in un mondo di ricordi che erano nascosti in un angolo della sua coscienza. Così come è assai nota, sempre dalla Recherche, la citazione della ‘piccola ala di muro giallo […] simile ad una preziosa opera d’arte cinese’ a proposito della straordinaria Veduta di Delft di Vermeer.
Forse meno conosciuto è il passo in cui Proust ricorda il particolare di un affresco dipinto da Sandro Botticelli (Alessandro Filipepi detto Botticelli, Firenze 1445 ca. – Firenze 1510) nella Cappella Sistina. Odette ricorda a Swann una delle due figlie di Jetro, Sefora futura moglie di Mosé: “Lo ricevette in una veste da camera di crespo cinese color viola, trattenendosi sul petto, come un mantello, una stoffa dai ricchi ricami. In piedi accanto a lui, lasciando fluire lungo le gote i capelli che aveva disciolti, piegando una gamba in un'attitudine leggermente danzante […] con i suoi grandi occhi così stanchi e imbronciati […] ella colpì Swann per la sua rassomiglianza con quella figura di Sefora, la figlia di Jetro, che si vede in un affresco della Cappella Sistina”.

Sandro Botticelli , Le Figlie di Jetro particolare da Le prove di Mosè - 1481 , 1482 Cappella Sistina, Roma Città del Vaticano (affresco) 

Con poche parole Proust ha colto l’essenza dell’arte di Botticelli, a volte gli scrittori e i poeti riescono a farlo meglio di chi studia arte da sempre. Grazia nelle pose e nei lineamenti, abiti di velo leggero, attenzione ai giochi calligrafici riprodotti sulle stoffe, occhi grandi spesso velati di malinconia.
Botticelli è un pittore complesso: inizia a dipingere nel circolo di umanisti neoplatonici che circondano la famiglia Medici – la Primavera non ha ancora trovato un’interpretazione definitiva, tanto sottili ed eruditi sono i richiami alla mitologia e alla filosofia – poi dopo il 1490 il suo stile progressivamente cambia, resta il fascino etereo delle sue figure ma si accentua la tendenza espressionistica, una nuova tensione spirituale percorre i suoi dipinti. La critica spiega questo mutamento con l’influenza che la predicazione di Savonarola ebbe sull’indole meditativa di Botticelli. Non sapremo mai se il pittore divenne un seguace del frate, ma certo avvertì profondamente il suo rigore riformatore.


Sandro Botticelli , Le Figlie di Jetro particolare da Le prove di Mosè - 1481 , 1482 Cappella Sistina, Roma Città del Vaticano (affresco) 

Ho scelto di presentare qui le figlie di Jetro perché questa è una delle mie immagini preferite di tutta la storia della pittura. Le trovo incantevoli. Le due figure sono tratte dall’affresco con le Prove di Mosè dipinto da Botticelli sulle pareti della Cappella Sistina tra il 1481 e il 1482. Migliaia di visitatori ogni anno accedono a questo santuario della pittura, mi chiedo quanti si soffermino su queste due straordinarie figure. Troppo presi da Michelangelo – forse – oppure talmente abbagliati dallo splendore della Cappella che nel desiderio di vedere tutto ci si dimentica di guardare i particolari. E allora penso sia importante metterli in evidenza questi particolari.
Le due sorelle sono di una grazia sublime, Sefora quella che vediamo di fronte ha gli occhi grandi e tristi, il sorriso dolce, i capelli fluenti ornati da bacche vermiglie, un ampio scialle ricamato sopra la veste che sembra fatta di tulle bianco. L’altra la vediamo di spalle, possiamo ammirare la complicata pettinatura con trecce ornate di perle rosse, ha indosso un mantello di pelo di capra e come la sorella si muove con passo leggero. Non la vediamo in viso ma capiamo che è la più volitiva, sembra essersi voltata di colpo ad indicare qualcosa a Sefora e la sorella si ferma pensosa con i suoi grandi occhi grigi che fissano un punto che a noi sfugge. Non è vuota bellezza quella di Botticelli è un’arte sottile di cui a prima vista si coglie solo la bellezza formale ma che merita di essere studiata in profondità perché anche in questo affresco che è ‘solo’ l’illustrazione di un racconto biblico circola un sentimento che va oltre l’apparenza visibile.
Sandro Botticelli , Le prove di Mosè - 1481 , 1482 Cappella Sistina, Roma Città del Vaticano (affresco) 

Se Raffaello è celebrato per il binomio ‘bellezza e armonia’, Botticelli deve essere ricordato per ‘bellezza e grazia’ incomparabili. Le sue figure hanno un fascino distante, sono elegantissime e preziose anche quando vestono pelli di capra. Hanno tutte un’aria pensosa quando non decisamente malinconica. 
La pittura fiorentina del Quattrocento vede il primato del disegno sul colore, è la linea che definisce e struttura le figure e Botticelli è un disegnatore sublime, il colore riempie come smalto spazi già definiti dalla linea di contorno che è agile, aggraziata, altre volte più tesa e nervosa. Azzurro e oro – chissà come luccicava quest’oro alla luce delle candele che illuminavano la Cappella - grigio e bianco e qualche sprazzo di rosso vermiglio sono i colori che Botticelli ha scelto per le figlie di Jetro che sono inserite di fronte ad un piccolo boschetto, ma a Botticelli non interessava il paesaggio, né gli sfondi architettonici in prospettiva, il centro del suo mondo pittorico è la figura umana.


2 commenti:

  1. Bel post, concordo con te, le due sorelle sono di una grazia sublime.
    Buona domenica.

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