Amo profondamente la pittura ed ogni forma di arte.

Il mio blog è per coloro che sanno scoprire cose nuove anche a pochi km di casa, sono curiosi della vita e credono che la felicità si possa conquistare amando le piccole cose.

lunedì 8 luglio 2019

GUERCINO - Madonna del Passero - Pinacoteca Nazionale di Bologna

Vorrei condividere qui alcune delle mie opere preferite, tentando di raccontarle come le vedo io. Una rubrica che chiamerò Un'opera .. ogni tanto (avevo pensato Un'opera alla settimana, ma è un ritmo impossibile da tenere, temo).
Ecco la prima puntata. Una straordinaria Madonna di Guercino.


Non c’è in tutta la storia dell’arte, almeno ai miei occhi una Madonna con Bambino più commovente di questa, potrei guardare questo bimbo paffuto e tenero per ore senza stancarmi mai. E ammiro moltissimo Sir Denis Mahon, che l’aveva acquistata nel 1946 e lasciata poi in deposito, alla Pinacoteca Nazionale di Bologna dove tutt’ora si trova, privandosi di questa dolcissima immagine. Dipinta dal Guercino (soprannome di Giovanni Francesco Barbieri, Cento 1591Bologna 1666) tra il 1615 e il 1616 è l’opera di un pittore poco più che ventenne, che diventerà uno dei grandi della pittura europea. Tanto che Diego Velazquez nel suo primo viaggio in Italia nel 1629 si fermò proprio a Cento, minuscolo centro a qualche chilometro da Bologna probabilmente per conoscere il Guercino. Che però nel frattempo era andato e tornato da Roma ed era diventato un pittore diverso. I toni bruniti e soffusi di questa Madonna avevano lasciato il posto a colori più sontuosi e limpidi a forme più stabili e delineate; questa Madonna invece ha i contorni sfumati e lievi, il disegno è impercettibile e sono il colore e la luce che definiscono le forme.

Barbieri Giovan Francesco detto il Guercino, Madonna del Passero - 1615 / 1616 - pinacoteca Nazionale Bologna

Niente ci dice che si tratti di una Madonna. Non ci sono aureole, né angeli, né simboli di divinità. Vediamo solo una giovane donna con i capelli trattenuti da un semplice nastro di stoffa che tiene in braccio il suo Bambino facendolo giocare con un passerotto. Una mamma che interrompe le faccende quotidiane e gioca con il suo piccolo splendido Bambino, che è un capolavoro di tenerezza. Paffuto e morbido ha i piedini grassocci, il visino bello tondo e un profilo dolcissimo immerso nell’ombra senza che si perda niente dell’espressione incantata con cui fissa l’uccellino. La mamma lo cinge con un braccio ma lui per sentirsi più sicuro si aggrappa al vestito di Maria senza staccare gli occhi dal passerotto, incantato da questo magico gioco.
E’ una scena immobile e silenziosa, in cui anche la luce si fa strada con cautela, illuminando da dietro il piccolo Gesù e lasciando nell’ombra i profili di mamma e bambino. Non succede niente, immaginiamo un gioco senza vederlo realmente eppure è un’immagine che regala una grande emozione e dimostra come davvero la pittura possa essere poesia. Tante parole ha speso il Seicento sul tema dell’ut pictura poesis ma immagini come questa valgono più di tanti trattati.
Il colore è caldo e vibrante, steso ad ampie campiture spontanee e libere che sfaldano i contorni, lo sfondo bruno e indistinto, il taglio ravvicinato accentua l'intimità della scena e ci rende spettatori partecipi.
Guercino era quasi autodidatta, si era formato in scuole di pittori locali poco conosciuti, studiando con assoluta devozione le opere di Ludovico Carracci (la cui Sacra Famiglia con San Francesco era a Cento). In quest’opera le suggestioni sono tante, c’è il vero di natura che diventa storia sacra – come aveva insegnato Caravaggio - c’è la riscoperta degli affetti senza affettazione, c’è la capacità, magari ancora inconsapevole, di affascinare lo spettatore e coinvolgerne i sensi e i sentimenti come vorrà fare la poetica del Barocco.
Le Madonne del Quattrocento e del Cinquecento, di Botticelli o di Raffaello attirano lo spettatore per la loro bellezza senza tempo, per la perfezione irreale dei lineamenti, per la capacità di riprodurre l’idea astratta della divinità. Sono donne che restano lontane dalla esperienza di tutti i giorni, lo spettatore non si sente ‘nel quadro’, ma lo ammira .. ad una rispettosa distanza. La Madonna di Guercino ci attira nel quadro, ci rende partecipi della tenerezza che circola in questo piccolo gruppo familiare, così totalmente umano. Non c’è nessuna azione, non accade niente, ma chi guarda si sente emotivamente coinvolto, siamo lì anche noi, silenziosi.
Un Guercino totalmente inaspettato per chi abbia in mente le opere romane o degli anni successivi, più meditate, meno fresche ed immediate.
 Nessuna riproduzione fotografica riesce a trasmettere pienamente la bellezza di quest’opera, per cui il consiglio è quella di andare a vederla. Dal vero è indimenticabile.

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