Nell’inventario dei suoi beni
redatto dopo la morte di Diego de Silva Velazquez (Siviglia 1599 –
Madrid 1660) sono registrate due copie delle Metamorfosi di Ovidio, una
versione in italiano ed una in castigliano. E nelle Metamorfosi è narrata la
favola di Aracne. La ragazza abilissima tessitrice, orgogliosa delle proprie
capacità si riteneva più abile di Pallade Atena, patrona delle tessitrici.
Atena si traveste da anziana, scende sulla terra e cerca di convincere Aracne
ad essere più modesta, a non sfidare gli dei con i quali lei, mortale, non può
osare competere. Ma Aracne è testarda, assolutamente convinta della propria
superiorità e ad Atena non resta che sfidarla in una gara di abilità. Tessono
arazzi magnifici entrambe, ugualmente belli, sontuosi e perfetti, un pareggio
dunque, ma la fine della storia è scontata: in nessun caso i mortali possono
superare gli dei e Atena indispettita – anche perché la sfrontata Aracne nei
suoi arazzi aveva scelto di rappresentare gli amori illeciti ed eccessivamente
libertini di Giove, padre di Atena e di tutti gli dei – la punisce
trasformandola in ragno, condannata a tessere per l’eternità.
Ebbene questa magnifica opera di
Velazquez è la rappresentazione del mito di Aracne.
Diego de Silva Velazquez , Las Hilanderas - 1656 Museo del Prado Madrid (olio su tela) |
In realtà il significato di
questo dipinto si era perduto presto, il quadro era noto fino agli inizi del
Novecento semplicemente come Le filatrici (Las Hilanderas): un
attimo di vita – magnificamente riprodotto – nella Manifattura Reale di Santa
Isabel dove si producevano gli arazzi per le residenze del Re. Una sorta di
sontuoso ritorno alle scene di genere che Velazquez dipingeva agli esordi -
l’opera è datata 1656.
Solo agli inizi del Novecento i
critici iniziarono a studiare con attenzione cosa si vede in questo dipinto …
non era affatto una semplice rappresentazione di filatrici al lavoro (in primo
piano) e dame eleganti della corte madrilena che ammirano le tappezzerie (in
secondo piano). I dettagli vennero poco a poco riconosciuti e si intuì il
racconto mitologico – il successivo ritrovamento dell’inventario delle
proprietà di Pedro de Arce, cui apparteneva il quadro, ha confermato che all’epoca
di Velazquez il dipinto era noto come ‘La favola di Aracne’.
La dona anziana in primo piano con
la testa velata sarebbe Atena travestita (dalla veste sporge la gamba tornita e
giovane della dea), la ragazza di schiena con i capelli avvolti in uno chignon
e la camicia bianca inondata di luce, sarebbe Aracne.. e poi ancora in secondo
piano la figura con l’elmo e la lancia un’altra Atena che decreta la punizione
di Aracne, elegantissima al centro della scena, dietro di loro un arazzo con
l’immagine del Ratto di Europa, uno degli amori di Giove tessuti da Aracne.
Diego de Silva Velazquez , Las Hilanderas - 1656 Museo del Prado Madrid (particolare) |
Ma non è così semplice. Questo
dipinto non ha fino ad ora suscitato l’interesse di tanti filosofi, letterati,
teorici della fotografia e intellettuali come il leggendario Las Meninas, che
ha prodotto decine di interpretazioni e riletture, ma è quasi altrettanto
complesso. Quanti sono i piani della rappresentazione? Se ne possono
individuare quattro: le donne al lavoro in primo piano, poi su una specie di
palcoscenico cui si accede salendo due scalini tre donne in abiti eleganti,
certo non delle filatrici, davanti a loro un terzo ‘strato’ Atena e Aracne che
disputano davanti agli arazzi che hanno tessuto, i quali chiudono (quarto
livello di rappresentazione) la scena.
Cosa vediamo davvero? Cosa ci sta
dicendo Velazquez? Perché Atena e Aracne sono in primo piano e poi anche sullo
sfondo? Perché lo sfondo è più luminoso e brillante del primo piano? Quella che
vediamo sullo sfondo è una rappresentazione teatrale (c’è anche una viola
appoggiata alla parete) alla quale stanno assistendo le tre dame in abiti
contemporanei (una delle quali si rivolge a noi, quasi ad indicarci che è lì
che dobbiamo concentrarci)? E poi la Atena e la Pallade sullo sfondo ci sono
‘davvero’ o sono anche loro arazzo, tappezzeria? E chi sono, se non possono
essere considerate spettatrici le tre dame sullo sfondo? Le tre donne della
Lidia che secondo Ovidio furono le testimoni della gara? Il soggetto del quadro
è ‘solo’ la favola di Aracne, relegata da Velazquez sul fondo del quadro (come
faceva nei dipinti giovanili, in cui metteva in primo piano scene di vita
quotidiana e sul fondo episodi dei Vangeli) e quindi il primo piano rappresenta
davvero solo filatrici?
E ci sono altre complessità:
l’arazzo con il ratto di Europa sullo sfondo riproduce la copia che Rubens
aveva tratto dal Ratto di Europa di Tiziano, dunque per chi sappia
cogliere questa sottile indicazione (da veri esperti!) istituisce – è stato
detto- una linea di discendenza precisa: Tiziano Rubens Velazquez. E’ la storia
del progresso dell’arte, della sua continua evoluzione verso qualcosa di sempre
più perfetto. Questa è una delle letture che è stata data al dipinto.
Ce ne sono molte altre: la Favola
di Aracne è stata vista come il manifesto della nobiltà dell’arte, grazie
al lavoro e all’ingegno le semplici informi matasse di lana sparse sul
pavimento in primo piano diventano lo splendido arazzo dello sfondo,
scintillante di colori e di luce. Grazie all’arte gli uomini possono essere
come gli dei. E questo era un tema carissimo a Velzquez che per tutta la vita ha
lottato per ottenere il riconoscimento di un ruolo non subalterno che riteneva
di meritare, pur se privo di titoli ‘veri’ di nobiltà e lignaggio, rivendicando
la dignità elevatissima della pittura, non semplice mestiere artigianale, ma raffinata
attività intellettuale come dimostrano le ultime opere dipinte dal sivigliano,
sofisticate e complesse che intrigano lo spettatore non solo perché ‘pittura
pura’, ne sfidano le capacità di interpretazione.
E’ stato detto che Velazquez in
questo dipinto ci racconta l’intreccio indissolubile tra realtà e finzione: la
vita in primo piano (le filatrici), la finzione teatrale sul palcoscenico e
l’arte rappresentata dagli arazzi. Vita arte finzione, chi riesce a capire cosa
è reale e cosa non lo è? Cosa è arte, finzione, illusione e quale è la realtà?
Dove finisce la favola mitologica e dove inizia la vita vera delle filatrici?
C’è una tale ricchezza di
suggestioni e di temi da rendere questo dipinto quasi inafferrabile o meglio da
indurci a guardarlo sempre con occhi nuovi, alla ricerca di una nuova lettura.
Forse la più bella
interpretazione è stata data da Karl Justi che nel 1888 ha scritto un testo
capitale su Velazquez e non sapeva ancora che il tema di questo dipinto fosse
la favola di Aracne, riteneva che il vero soggetto fosse la resa della luce,
l’assoluta capacità di Velazquez di rappresentare la luce e scriveva con un
tono poetico che fa amare questo quadro ancora di più: “un raggio allegro, uno
stralcio di giorno estivo madrileno si è perduto nello stretto vano in cui è
esposto l’arazzo… il raggio accende i fili multicolori di lana di seta e d’oro
del tessuto e delle vesti delle dame”.
Diego de Silva Velazquez , Las Hilanderas - 1656 Museo del Prado Madrid (particolare) |
E infatti uscendo dal labirinto
comunque affascinante di cosa il quadro rappresenta è indispensabile
soffermarsi sul come lo rappresenta, sul fascino di questa pittura senza tempo.
A tratti liquida, compendiaria, filamenti di colore che definiscono le forme –
a mio parere l’abito azzurro di una delle spettatrici sullo sfondo è
indimenticabile e, non so perché, mi ricorda la matassa di fili colorati che
trabocca dal cestino della Merlettaia di Vermeer.
Velazquez ci fa percepire quanto
sono soffici i fiocchi di lana che invadono il pavimento, il pulviscolo che si
solleva e riempie l’aria. Il filo che da gomitolo informe si assottiglia sotto
le mani esperte della filatrice con la camicia bianca, splendida macchia di
luce in primo piano, stoffa che si piega e si arriccia e lascia scoperta una
piccola parte di schiena e la nuca di questa ragazza che immaginiamo
bellissima, perché la sua pelle ha lo stesso colore di quella della celebre Venere
allo specchio della National Gallery di Londra, forse il nudo più
affascinante di tutta la storia dell’arte.
Lo hanno sottolineato tutti e lo
scrivo anche io: la magia della ruota dell’arcolaio in primo piano, Velazquez è
riuscito a dipingere il movimento.
Diego de Silva Velazquez , Las Hilanderas - 1656 Museo del Prado Madrid (particolare) |
Davvero il pittore dei pittori come scrisse
Manet. E’ forse questo il tema vero del quadro: la Pittura, pura e assoluta.
Luca Giordano aveva definito Las Meninas la teologia della pittura, Las
Hilanderas non è lontano dall’essere anche lui ‘teologia’.
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