Amo profondamente la pittura ed ogni forma di arte.

Il mio blog è per coloro che sanno scoprire cose nuove anche a pochi km di casa, sono curiosi della vita e credono che la felicità si possa conquistare amando le piccole cose.

lunedì 3 agosto 2020

Diego VELAZQUEZ - Ritratto di Camillo Massimo - Kingston Lacy, Dorset England

Ci sono due elementi spiazzanti in questo ritratto così intensamente blu. Uno: è il ritratto di un ecclesiastico - Camillo Massimo - ed è assai inconsueto vedere un uomo di chiesa abbigliato con un blu così profondo. Sembra che Camillo Massimo potesse sfoggiare questo sontuoso blu in quanto cameriere segreto del papa. Due: l’autore di questo straordinario ritratto è Diego de Silva Velazquez (Siviglia 1599 – Madrid 1660) che, nelle parole di Van Gogh, è il pittore del nero, del bianco, del grigio e del rosa – così lo descrive in una lettera al fratello. Non rammento un’altra opera di Velazquez con un blu così vellutato e diffuso, così ricco, le cui sfumature ci fanno percepire la preziosità della stoffa, la presenza di un minuscolo bottoncino che si intravede tra le pieghe, il taglio delle maniche.

Diego de Silva Velazquez , Ritratto di Camillo Massimo - 1650 Kingston Lacy, The Bankes Collection, National Trust © National Trust Images


Il viso di Camillo si stacca sopra un collettone bianco e si rivolge a noi. Con uno sguardo in cui leggiamo una sorta di bonaria condiscendenza. Un viso grassoccio, baffi e pizzetto perfettamente in ordine, si avvertono sotto la berretta i riccioli curati di questo aristocratico. Che era uomo profondamente colto, amico di artisti, uno degli intellettuali più in vista della Roma del suo tempo. La pittura è sfumata, quasi vaga, Camillo Massimo è una presenza viva costruita di solo colore, la materia pittorica è totalmente disfatta, con un termine anacronistico la si potrebbe definire quasi impressionistica. Ombreggiature marroni definiscono lo sfondo, intuiamo la spalliera di velluto color mattone della sedia e le lumeggiature dorate delle piccole frange che la ornano. La luce gioca sulla stoffa della mozzetta che scala dal blu profondo a sprazzi di azzurro, il colore è fluido e incantevole. Del viso dell’uomo vediamo tutto: le guance rosate, il volto pingue, il naso pronunciato e le labbra carnose. Senza una traccia di disegno, solo con l’uso magistrale del colore, quel modo di utilizzare tavolozza e pennelli che incanterà Manet. Velazquez è uno dei più grandi ritrattisti di tutti i tempi.

Mi ha colpito molto l’idea di Tomaso Montanari – nel libro Velazquez e il ritratto barocco - di affiancare questo ritratto di Velazquez al busto di Scipione Borghese scolpito da Gian Lorenzo Bernini – Bernini e Velazquez sono contemporanei, coetanei direi, nati a sei mesi di distanza l’uno dall’altro anche se non abbiamo notizia se si siano mai incontrati / conosciuti. 

Gian Lorenzo Bernini , Busto di Scipione Borghese - 1632 Galleria Borghese Roma (marmo) 


A parte una vaga somiglianza fisica (almeno ai miei occhi) tra i due protagonisti, nei due ritratti si percepisce lo stesso ‘mood’: la simpatia dell’artista nei confronti del suo ‘soggetto’, due uomini di chiesa rappresentati in un modo che non intende certo evidenziare la loro spiritualità, ma la loro umanità. Nel senso di essere uomini del loro tempo, sicuramente più vivace e brillante Borghese, vorrei dire più sanguigno, più sottilmente intellettuale ma non meno laico Camillo Massimo. In entrambi i casi quello che sorprende è la capacità di Velazquez e di Bernini di farci sentire il carattere, l’intelligenza e la personalità di questi due uomini. Di Scipione ci sembra di sentire la voce profonda rispondere con arguzia a qualche sollecitazione, di Camillo avvertiamo il silenzio pensoso e un poco condiscendente con cui sembra ascoltarci. Il colore di Velazquez, steso con incredibile maestria esprime la presenza nello spazio di Camillo Massimo; la sostanza è tutta nel colore, Velazquez non ha bisogno di sottili giochi prospettici per farci sentire la tangibilità di questa figura. Nel campo opposto, il busto di marmo così solido e perfettamente bianco di Bernini ha la mobilità e la fuggevole impressione del colore, nelle parole di Montanari sembra ‘restituire proprio il colore e la luce della carne e della stoffa’.

 

Il libro di Tomaso Montanari ‘Velazquez e il ritratto barocco’ è edito da Einaudi.


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